Era il 1966 e all'Elba fu girato il film "L'avventuriero". Nel cast anche Anthony Quinn
C’è chi giura di averla vista seduta in quel bar in riva al mare più di una volta. Una diva? «Ah, senz’altro ma col vizio del goccetto… ». Strizza l’occhio Dina Chiesa, il sorriso tradisce una confessione logora, riportata alla memoria chissà quante volte. «Però era sempre Rita Hayworth, una donna bellissima anche alla soglia dei cinquant’anni».
Proprio lei. All’Enfola l’indimenticabile «Gilda» recitò in quello che allora venne salutato per un kolossal, L’avventuriero, tratto da un romanzo di Joseph Conrad.
Era l’ottobre del 1966. Con lei arrivarono all’Elba, star del calibro di Anthony Quinn e Rosanna Schiaffino agli ordini del regista Terence Young e del produttore Alfredo Bini. L’arsenale ma anche il «quartiere» dell’ex tonnara ospitarono i primi ciak di un lungometraggio destinato a segnare una pagina storica del cinema, costato per l’epoca la roboante cifra di due miliardi di lire. Una sessantina di persone furono impiegate nelle riprese, tra di loro diverse comparse «indigene» tra cui Emanuele Ridi, l’ex tonnarotto nipote dell’ultimo raìs, Marco Ridi, il «signore dell’Enfola» come lo ricorda Paolo Casini nel suo libro Enfola – Il promontorio più suggestivo dell’Elba.
Fuoco e fiamme. L’ultima scena del film fu girata nel piazzale antistante la tonnara, un incendio scandiva le ultime sequenze. Le finestre, le porte, il tetto in parte divelto erano avvolti dalle fiamme e per molto tempo rimasero anneriti, come ustionati.
I barconi dei tonnarotti, alcuni di quei volti solcati dal salmastro, le reti e quelle mura che per decenni avevano testimoniato della caparbia ostinazione della mattanza solcarono gli schermi del cinema al fianco dei divi del tempo. La «prima» del film si tenne al Festival del Cinema di San Francisco il 20 ottobre 1967, all’Elba arrivò un mese dopo, proiettato al Pietri di Portoferraio.
Senio Bonini
Tratto dal numero di marzo 2006 di Trentagiorni